martedì 4 novembre 2008

L'abbandono


No. Non è il titolo di un film drammatico francese, storia strappalacrime di una coppia che si disgrega o di un bimbo che si ritrova “trovatello” ancor prima di essere nato.

Negli ultimi tempi sui vari line-up italici, credo che ormai sia diventata una manovra. Una di quelle classiche, come il bottom-turn, il cut back o l’hang ten. Line up sempre più affollati, sopratutto d’estate, creano intasamento e situazioni limite. Il livello di esperienza è assai vario, anche se spesso il look cerca di mascherare la verità: una posa precaria o affannata sulla tavola non tradisce mai la poca dimestichezza con il surf. Però non è di questi soggetti che bisogna preoccuparsi: loro si eliminano da soli con la prima anomala che spazza il line-up.

Parlo piuttosto di quei personaggi che un pò di esperienza l’hanno maturata e per questo conquistano di diritto un posto al sole in prima linea. Questi sì sono pericolosi, accidenti. Dietro quelle loro movenze ormai navigate si nasconde l’insidia: al primo set anomalo, colti di sorpresa, si cimentano in quella che viene ormai definita la “manovra dell’abbandono”. Tavole impennate in aria e poi lasciate andare in mezzo alle acque bianche, vagano pericolosamente in direzione viso dei poveri ignari surfisti circostanti.

Ho visto tanti episodi ultimamente. Tanti long pericolosissimi per taglia, peso e lunghezza del leash. Incredibile, ho visto anche tante shortboard. Ricordiamoci che in questi casi il Bon Ton del Surf dice: mai abbandonare la tavola; eseguire la duck dive o tuttalpiù la classica “rovesciata”, quando la tavola è un long. Per il bene proprio e quello di tutti!!!

Lancio qui, ora, una campagna contro l’abbandono.

Sottoscrivete il mio appello. Ne va della buona salute e del divertimento.
Aloha

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