lunedì 31 marzo 2008

Pezzi unici di arte surfistica


Capolavori di manifattura e di stile. La filosofia di GP Surfboard è chiara e semplice: ogni tavola deve essere unica come il surfista che la usa. G sta per (Bruce) Gordon e P per (Nick) Palandrani. Il primo lavora il legno; il secondo shapa le tavole. Un progetto che nasce dalla loro visione del Surf e si sviluppa nella creazione di piccoli autentici capolavori. Tutte le loro tavole sono realizzate a mano e la loro peculiarità è quella di arrivare ad una estrema personalizzazione non solo delle caratteristiche tecniche (rockers, rails, ecc.) ma anche di quelle estetiche. Per questo motivo, molti loro pezzi si sono avvalsi delle fantastiche immagini del fotografo surfista Brown Cannon per dare un tocco estetico finale. La combinazione magica di shaper, woodworker e artista fotografico rendono le tavole unici pezzi d'arte surfistica. Consigliate per il malato di Surfismo cronico con svariati Euro da investire...Enjoy

domenica 30 marzo 2008

Surf estremo


Cosa è il Surf estremo? Quale definizione si può dare a questa pratica? Banalmente si pensa sempre a 20 metri di onde; si pensa a posti come Waimea o Jaws; a Laird Hamilton e ai suoi prototipi per andare "oltre". In verità, se pensiamo al Surf nel senso più puro della pratica, io credo che il Surf estremo sia ben rappresentato da questi scatti fotografici che trovate nel sito di Scott Dickerson.
In fin dei conti surfare in inverno in Italia con una media di 10° dell'acqua (ok, amici della costa est, a volte da voi scende anche fino a 6°) e con una temperatura esterna raramente al di sotto dei 12° (va bene, ok, voi romagnoli surfate anche con 4°), non è poi così male...massimo rispetto per i malati di Surf dell'Alaska: questo è il Surfismo!

sabato 29 marzo 2008

Propiziatorio di onde


Narra un vecchio mito che la sopravvivenza del mondo dipende da un poeta cieco che passa tutto il suo tempo a raccontare storie davanti all'Oceano. E' solo la potenza del racconto che imbriglia l'Oceano. Se un giorno il poeta, per qualunque ragione, dovesse tacere, l'Oceano sommergerebbe la Terra...noi che siamo diversi, che vediamo le cose sotto una diversa prospettiva, speriamo solo che qualche volta il poeta abbassi il tono della voce o perlomeno schiacci un sonnellino...magari non troppo breve e possibilmente durante il weekend...è chiedere troppo?

venerdì 28 marzo 2008

Web Surfer


Parlo a nome di chi non abita vicino al mare. Parlo per chi ha fatto della "migrazione" la propria ragione di vita surfistica.
Non molti anni fa, in un tempo definito eroico da molti, le previsioni del tempo si ascoltavano o prima del telegiornale (Bernacca, pace all'anima sua) o si trovavano sui quotidiani nelle pagine centrali. Tutto qui. Una materia dal grande interesse universale divulgata con sacrale regolarità in pochi appuntamenti. E per le onde? Ci si regolava con le poche informazioni a disposizione e ci si armava di numeri di telefono in loco. I cellulari non c'erano e si chiamava prima di mettersi in viaggio o tutt'al più ci si fermava alla cabina dell'Autogrill. E via di viaggi felici con onde e di viaggi tristi a vuoto. C'era molta poesia.
Poi arrivò il televideo (pag 716 per la Liguria e Toscana - pag.715 per la direzione e l'intensità dei venti). I viaggi avevano sempre la stessa probabilità di avere successo o meno. L'avvento del telefono cellulare ha moltiplicato le occasioni di avere informazioni sul posto, direttamente da surfisti piuttosto che da improbabili chioschi sulla spiaggia o anziani che si affacciavano alla finestra per cercare di capire se rompeva a riva o al largo.
Oggi c'è il web. Siti meravigliosi descrivono con implacabile precisione a distanza di tre giorni, cosa succederà nel weekend. Oggi, a meno di clamorose cantonate, i viaggi a vuoto non esistono più. Grazie tecnologia. Grazie a te, in Italia il Surf è un pò più "fattibile". Certo c'è meno imprevedibilità, meno poesia...ma quanta soddisfazione però...

giovedì 27 marzo 2008

Giorni di onde: Finale 24 marzo 08 - Pasqua

Dopo le bombe della mattina precedente, una Pasqua piccola piccola ma sincera...

Campo giochi: spingi e vola...

Spot. La Finanza

martedì 25 marzo 2008

Giorni di onde: Andora 22 marzo 08 - Venerdi Santo


Mai come quest'anno la Santa Pasqua ha fatto risorgere, oltre al Signore Gesù Cristo, la tribù del Surf; dalla Liguria alla Toscana, una libecciata di altri tempi, seguito da forte Maestrale, ha portato onde su tutte le coste occidentali. Iniziando da venerdi Santo e proseguendo fino a Pasquetta, onde di tutte le misure si sono susseguite senza interruzioni per la gioia infantile dei tanti surfisti che hanno sfidato i rigori di questa aria molto invernale che tarda a diventare primaverile.
Andora è stata "classic" venerdi mattina fino al primo pomeriggio; poi, come da previsione, le serie sono iniziate ad arrivare e la misura è diventata veramente importante. Serie di due metri, precise, ampie e distese hanno spazzolato l'estrema destra del molo portando lunghissime sinistre, impegnative ma divertenti. In acqua alcuni fedeli di sempre e, data la misura (e il freddo), pochi "posers" della domenica. Nel complesso, una giornata da ricordare! Grazie Gesù: sicuramente eri un Surfista...

sabato 15 marzo 2008

Surf contest: the Stone Steps Invitational


Alla fine degli anni '60 in California, in una classica atmosfera da Surf estivo, sulla spiaggia di Encinitas un gruppo di amici si inventa un nuovo modo di far festa: una gara "no limits" in cui i contendenti prima di ogni singola batteria devono tracannare un caraffone di birra. Gente storica come Butch Van Artsdalen, Donald Takayama, Mike Doyle si cimenta.
Nasce così una tradizione che nel corso degli anni '70 si è ripetuta ogni anno sulle spiagge della California.

La prova che i contendenti devono superare è in crescendo. I vincitori delle singole batterie, più avanzano, più tracannano birra: i finalisti arrivano alla resa dei conti con in corpo 2-3 litri di alcool. Nasce così una gara che è una festa; un puro divertimento grazie all'abilità e alla creatività che l'alcool riesce a creare; in acqua si scoprono nuove manovre e i migliori wipe out vengono premiati con un ulteriore caraffone biondo.. Sulla spiaggia intanto si fa festa; le ragazze abbandonano i bikini; si balla sul bagnoasciuga e l'atmosfera è carica di gioia e allegria.
Lancio un'iniziativa: organizziamo il primo Stone Steps Invitational italiano. Gli sponsor non mancheranno. Se ci credete tanto quanto me, mandatemi un segnale
(Fonte e foto: TSJ)

venerdì 14 marzo 2008

L'arte surfiera di Andy Davis


Andy Davis è uno degli artisti più creativi e immaginifici che il Surf abbia mai espresso. I suoi lavori esprimono colore, stile, flow, armonia di forme e di concetto. La sua filosofia è tutto Surf e Arte. La pittura è la sua forma di espressione. Andy è stato per un certo periodo di tempo un viaggiatore, ha cavalcato le onde di tutto il mondo; durante i suoi viaggi ha coltivato e colto gli aspetti più semplici della vita e li ha tradotti in arte. Oggi è sposato con un figlio. E' diventato stanziale in California. Ma la sua arte ha continuato a partorire opere uniche e di grande valore. Per avere un assaggio dei suoi lavori, visitate www.mynameisandy.com

giovedì 13 marzo 2008

Casi clinici: Gighen


Il soggetto in questione ha subito evidenziato una particolare degenerazione del Surfismo che si è rivelata piuttosto interessante per la sua complessità. La sua storia è particolarmente emblematica per la categoria: durante un viaggio, imbocca la strada del Surf e dopo averlo praticato per alcuni anni con fortune alterne tra Biarritz, Casei Gerola, Cabo San Lucas e Finale Ligure, ne esce apparentemente indenne tornando ad una vita normale.

Apparentemente perchè i residui del morbo poco alla volta continuano a minare il fragile equilibrio psicofisico del soggetto. Dopo averlo rinnegato, nel tempo ritorna sui suoi passi e matura la convinzione che la sua vera strada è il Surf e tutto quello che gli sta attorno; per questo si fa promotore di diverse iniziative alquanto singolari quali: surf trip non stop da Biarritz a Casei Gerola; coast-to-coast in una notte Finale Ligure - Milano Marittima per 10 cm. sporchi; creazione di piscine ad onde; lancio insieme ad altri malati di un marchio di abbigliamento surfistico;

Questi comportamenti indubbiamente particolari hanno destato la curiosità degli studiosi. Il soggetto è stato messo in osservazione per capire meglio i sintomi della malattia. I suoi frequenti cambi di personalità da un punto di vista fisico-comportamentale hanno evidenziato in lui un atteggiamento Surfistico intermittente, che "ritmicamente" così come compare, scompare.


"Questa personalità complessa è rimasta ancorata allo stadio surfistico primitivo, e alterna momenti di estrema lucidità in cui rinnega completamente la pratica del Surf e il suo stile di vita, ad altri momenti di puro spirito surfiero" spiegano i medici che lo hanno in cura. Parecchi studiosi considerano il soggetto difficilmente recuperabile.

Oggi si dedica ad attività normali, ma ogni tanto la malattia riaffiora: lo puoi trovare sulla Milano-Ventimiglia avanti e indietro; in qualche convegno sul fotovoltaico oppure dedito alla creazione di un'associazione senza scopo di lucro per la promozione degli sport da tavola. Soggetto pericolosissimo

mercoledì 12 marzo 2008

Casi clinici: King Giova Giò Design


Ecco un tipico caso in cui il soggetto non sembra aver contratto la malattia da altri soggetti ma piuttosto sembra essersi autocreato la malattia. Recenti analisi a livello genetico hanno evidenziato una percentuale altissima di cromosomi S1, quasi cinque volte il livello normale, principale causa dell'attività surfistica e della conseguente predisposizione alla malattia.


Fin dalla più tenera età, il bambino Giovanni ha mostrato i sintomi classici: classic skate-skate in-line, skateboard; e poi tendenza a scivolare appena possibile su qualsiasi superficie anzichè camminare: testimone ne è la mamma che dice: "Ero preoccupata. Giovanni era un bambino molto vivace e sveglio. Eppure quando si trattava di camminare, niente. Era sempre li in quella posa a dondolarsi...ma il problema era che non si muoveva...voleva sempre scivolare".

Con il seguire degli anni, la patologia si è sviluppata: ecco allora comparire lo Snowboard e poi il Surf e infine , il Wakeboard. "Gli anni si accumulano e il soggetto peggiora; le evidenze si accentuano con l'aggravarsi della malattia" hanno sentenziato alcuni luminari che hanno analizzato per tanti anni il paziente. Oggigiorno, Giovanni conduce comunque una vita normale; si è sposato; ha una piccola attività imprenditoriale e una stretta cerchia di amici "malati" con i quali condivide la patologia. E' possibile incontrarlo a Milano che attacca adesivi di Sugo e poi scappa via con un sorriso a bordo del suo skate...

martedì 11 marzo 2008

Albert "Rabbit" Kekai

Questo è indubbiamente un monumento al nostro sport e se prendiamo la sua storia come esempio, riscontriamo un caso di Surfismo pressocchè unico e difficilmente riproducibile.

Le testimonianze raccolte e che sono state utili ad analizzare l'espressione unica del suo Surfismo, narrano di un bambino hawaiano che, nascendo in un'area di contagio molto popolare, inizia a frequentare la spiaggia fin dall'età di tre anni e contrae la "malattia" dopo due anni quando nel 1925 con l'aiuto dello zio, lifeguard, cavalca la sua prima onda alla precoce età di cinque anni.

Il giovane Albert è sveglio, bravissimo e instancabile in tutti gli sport all'aria aperta dal football, al basket, al surf al volley. La sua proverbiale velocità lo trasforma in "Rabbit", coniglio, soprannome che lo accompagna tuttora. Quando ha dieci anni, i sintomi del Surfismo esplodono. Viene preso sotto l'ala protettiva di Duke Kahanamoku che lo contagia inesorabilmente introducendolo definitivamente al Surf.

Totalmente preso dalla malattia, lascia perdere gli studi, nonostante i risultati molto promettenti e decide di vivere per il surf. Sbarca il lunario facendo i lavori più disparati, dal muratore, al caddy sui campi da golf, all'attore nei primi Surf movie. Poi, insieme ad altri cronici del Surfismo, surfa la North Shore e inventa alcune pose quali il drop knee turn su tavole corte e senza pinne. Ed è uno dei primi surfer ad effettuare le prime curve e ad inventare l' "hotdogging style". E' anche responsabile del contagio di altri celebri casi storici come Joey Cabell e Jeff Hackman.

La malattia lo macera rendendolo ipercompetitivo. Partecipa a tutti i contest possibili, vincendone innumerevoli. Tutt'oggi questa ipercompetitività, tipica della sua forma degenerativa, lo porta ancora a gareggiare e vincere nella categoria over-50, primeggiando con i suoi amici-rivali di sempre.

Ormai bisnonno, Rabbit non è mai riuscito a guarire dal Surfismo.
Passa gran parte del suo tempo nella sua casa di Waikiki a due passi dal suo spot e spesso ritorna in California a trovare la moglie Lynn che insegna a Palos Verdes. Nonostante i suoi 80 e passa anni, entra in acqua ogni giorno sostenendo che l'oceano sia la fonte della sua eterna giovinezza. "Il mare è fantastico, mi mantiene giovane mentre i miei amici sembrano così vecchi. Consiglio sempre loro di entrare in acqua. L'oceano ti calma, ti porta via lo stress e ti ricarica alla grande."
Cronico del Surfismo è stato nominato "Ambasciatore del Surf Hawaiano e dello spirito di Aloha".
Ogni anno, in Costarica a Boca Barranca, si tiene un contest di longboard che è ormai diventato un classico appuntamento per tutti i malati della tavola lunga.

domenica 9 marzo 2008

Fidarsi è bene...


Tra le tante sventure che potrebbero capitare a un malato di Surf impegnato in un trip o in un uscita domenicale, c'è quella del "ratto della tavola". Per intenderci, dopo essersi massacrato in acqua per ore e ore, lascia la propria auto con tavola annessa in un parcheggio incustodito; si reca a gustare il meritato cibo post surfistico (con annessa birretta stonatrice) e quando ritorna, si ritrova nel baratro più profondo e buio: la tavola è scomparsa. Storie come queste ne ho sentite a centinaia e (purtroppo) sono capitate anche ad amici a me molto vicini (vero Ivan?!). Ebbene, ecco il proverbio: a mali estremi...oppure fidarsi è bene...come era? scusa? (Foto TSJ)

Parcheggio selvaggio: recupero sugli scogli

Cosa non si fa per non prendere una multa in divieto di sosta...
A Levanto come in Baywatch: manca solo Pamela Andersson





Parcheggio selvaggio: salvataggio scogliato

Divieto di sosta a Levanto sul moletto a centro baia.
E pensare che credevo che solo a Milano si facesse "parcheggio selvaggio"...





sabato 8 marzo 2008

Giorni di onde: Levanto 1 marzo 08 - Salvataggio


In questi giorni di mare epico, in questi momenti dove la vita di persone malate di Surf è in serio pericolo, ecco come l'intervento umano, e in particolare meccanico, può aiutare soggetti caduti in disgrazia tra un onda e l'altra.
L'abilità nel recuperare il malato di Surfismo e il suo mezzo di planaggio galleggiante, tra un set e l'altro, evidenzia una maestria che ha fatto sentire al sicuro i molti "disperati del surf" che sabato scorso si sono recati in questo luogo di contagio che è ormai diventato Levanto quando picchia.
Grazie, grazie e ancora grazie

Giorni di onde: Levanto 1 marzo 2008 - Take off


Partenze e ri-partenze su onde dal sapore oceanico.
Continua la saga di un giorno mitico sulle coste del mediterraneo italico...Enjoy

giovedì 6 marzo 2008

mercoledì 5 marzo 2008

Giorni di onde: Levanto 1 marzo 2008 - Gara Master


La cornice ideale: un tempo clemente, serie di tutto rispetto in crescendo, vento da terra, tanta bella gente a godersi lo spettacolo. Una giornata di festa. E mai come sabato scorso abbiamo visto a raccolta tanti malati cronici di Surf; gente che con i capelli bianchi e la pancera del Dottor Gibaud (notare la citazione, capibile solo per gli over 35), improvvisamente sveste i panni dell'età e ritorna ragazzino. Gente che ha sfoderato un repertorio costruito a livello pionieristico con fatica, gioia e passione. A vederli dalla balconata alle prese con le bombe del giorno, sembravano tutti dei bambini. I loro nomi si leggono sul tabellone. A tutti loro, malati di Surfismo cronico, va il nostro plauso con l'augurio di non guarire mai...Aloha

lunedì 3 marzo 2008

Giorni di onde: Levanto 1 marzo 2008



Epico il 1° marzo. Mai come in questa occasione Levanto si è superata. Mare lungo, serie in crescendo, vento da terra a pettinare le creste, gara dei master a centro baia, bella gente sulla balconata e in acqua atmosfera cool mentre le barre spazzavano il campo di gioco. Una giornata da ricordare