mercoledì 25 giugno 2008

Glen Horn e il suo Toro Rojo


Questo è uno di quei personaggi che mi fanno andare fuori di testa. Credo che lo abbiate capito: amo l'umanità, mi piacciono le persone e i personaggi con i loro pregi e i loro difetti; con le loro visioni e le loro contraddizioni.
Ecco, Glen Horn è proprio uno di questi personaggi. Uno di cui è bello raccontare la storia. La sua poi è proprio speciale. Come al solito mi illumina la mia rivista preferita The Surfer's Journal con un articolo intitolato "The Ballad of Toro Rojo".

Glen a metà della sua vita, circa 20 anni fa, decide di mollare tutto, compreso il suo negozio di surf e acquista un Chevy rosso fiammante del 1955. Qui vi monta un paio di corna sul fronte, una spessa corda sul retro a mò di coda e lo battezza con la scritta "El Toro Rojo Grande".
Parte per la Baja e inizia a vivere mesi e mesi isolato da tutto e tutti per surfare ore e ore in solitario nei luoghi più inaccessibili della lunga penisola messicana. Entra in simbiosi con il suo mezzo meccanico che diventa la sua casa e il suo tramite per arrivare e vivere in luoghi fuori dal mondo. Capita che si rompa nel mezzo del nulla: lui non dispera, si inventa meccanico. E quando gli manca qualche pezzo, niente paura, non c'è fretta. Lui continua a surfare in attesa che da li a qualche settimana qualche suo amico gli porti il pezzo di ricambio. E intanto tra un onda e l'altra vede crescere i cactus.

Glen è così innamorato della Baja, luogo magico e mistico e mistico per eccellenza, che si sente morire ogni qualvolta vede rifiuti gettati sulla strada a rovinare l'incanto di questa terra: più di una volta è riuscito a recapitare l'immondizia a colui che l'aveva abbandonata.
Ogni tanto è costretto a lavorare ancora, giusto per avere qualche entrata di sostentamento. All'anno shapa e vende circa 120 tavole che vengono immediatamente "bruciate" dai vari surf shop californiani.
Negli ultimi tempi, una pazza lo accompagna nelle sue avventure: è Roberta, la sua fidanzata. Ogni volta che può, trascorre il suo tempo con lui in questi angoli remoti.
Glen è capace, alla sua età, di spararsi lunghe session che iniziano all'alba e che finiscono al tramonto. Per lui il surf in questi angoli remoti della Baja è il Nirvana, è il contatto con ciò che di più grande possa esistere.

Chiudo con un motto di Mama Espinosa che è diventato il suo motto e che racchiude lo spirito della Baja California intero: "Bad roads bring good people, and good roads bring all kinds of people".
Meditate gente, meditate....

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