martedì 11 marzo 2008

Albert "Rabbit" Kekai

Questo è indubbiamente un monumento al nostro sport e se prendiamo la sua storia come esempio, riscontriamo un caso di Surfismo pressocchè unico e difficilmente riproducibile.

Le testimonianze raccolte e che sono state utili ad analizzare l'espressione unica del suo Surfismo, narrano di un bambino hawaiano che, nascendo in un'area di contagio molto popolare, inizia a frequentare la spiaggia fin dall'età di tre anni e contrae la "malattia" dopo due anni quando nel 1925 con l'aiuto dello zio, lifeguard, cavalca la sua prima onda alla precoce età di cinque anni.

Il giovane Albert è sveglio, bravissimo e instancabile in tutti gli sport all'aria aperta dal football, al basket, al surf al volley. La sua proverbiale velocità lo trasforma in "Rabbit", coniglio, soprannome che lo accompagna tuttora. Quando ha dieci anni, i sintomi del Surfismo esplodono. Viene preso sotto l'ala protettiva di Duke Kahanamoku che lo contagia inesorabilmente introducendolo definitivamente al Surf.

Totalmente preso dalla malattia, lascia perdere gli studi, nonostante i risultati molto promettenti e decide di vivere per il surf. Sbarca il lunario facendo i lavori più disparati, dal muratore, al caddy sui campi da golf, all'attore nei primi Surf movie. Poi, insieme ad altri cronici del Surfismo, surfa la North Shore e inventa alcune pose quali il drop knee turn su tavole corte e senza pinne. Ed è uno dei primi surfer ad effettuare le prime curve e ad inventare l' "hotdogging style". E' anche responsabile del contagio di altri celebri casi storici come Joey Cabell e Jeff Hackman.

La malattia lo macera rendendolo ipercompetitivo. Partecipa a tutti i contest possibili, vincendone innumerevoli. Tutt'oggi questa ipercompetitività, tipica della sua forma degenerativa, lo porta ancora a gareggiare e vincere nella categoria over-50, primeggiando con i suoi amici-rivali di sempre.

Ormai bisnonno, Rabbit non è mai riuscito a guarire dal Surfismo.
Passa gran parte del suo tempo nella sua casa di Waikiki a due passi dal suo spot e spesso ritorna in California a trovare la moglie Lynn che insegna a Palos Verdes. Nonostante i suoi 80 e passa anni, entra in acqua ogni giorno sostenendo che l'oceano sia la fonte della sua eterna giovinezza. "Il mare è fantastico, mi mantiene giovane mentre i miei amici sembrano così vecchi. Consiglio sempre loro di entrare in acqua. L'oceano ti calma, ti porta via lo stress e ti ricarica alla grande."
Cronico del Surfismo è stato nominato "Ambasciatore del Surf Hawaiano e dello spirito di Aloha".
Ogni anno, in Costarica a Boca Barranca, si tiene un contest di longboard che è ormai diventato un classico appuntamento per tutti i malati della tavola lunga.

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