Ancora foto della giornata di ieri. Mare forza 10 e vento a 120 km/h.
Condizioni così non si vedevano da più di dieci anni.
Attendiamo con pazienza che si sfoghi per poi godere, possibilmente nel weekend, di onde belle grosse ma regolari
Tutte le photo Chiarella Paola
venerdì 31 ottobre 2008
giovedì 30 ottobre 2008
La mareggiata dell'anno
I modelli matematici lo avevano calcolato. Le previsioni del tempo lo avevano annunciato: questa settimana sarebbe arrivata una grossa mareggiata. Già da domenica scorsa nei vari forum surf italioti se ne iniziava a parlare. E infatti ad oggi, 30 ottobre 2008, direi proprio che non scherza affatto.
30 ottobre 2008 - Costa Ligure - Photo Secolo XIX
30 ottobre 2008 - Costa Ligure - Photo Secolo XIX
30 ottobre 2008 - Costa Ligure - Quinto - Photo Secolo XIX
30 ottobre 2008 - Costa Ligure - Porto di Genova - Photo Secolo XIX
30 ottobre 2008 - Costa Ligure - Photo Secolo XIX
30 ottobre 2008 - Costa Ligure - Photo Secolo XIX
30 ottobre 2008 - Costa Ligure - Quinto - Photo Secolo XIX
30 ottobre 2008 - Costa Ligure - Porto di Genova - Photo Secolo XIX
mercoledì 29 ottobre 2008
martedì 28 ottobre 2008
Onore al wipe out
lunedì 27 ottobre 2008
Tipi strani: Jalian Johnston
Mi ha colpito molto la storia di Jalian: grande promessa del Surf californiano, con in mano diversi contratti di sponsorizzazione delle più importanti aziende del settore, decide di lasciare le luci della ribalta optando per la libertà ad oltranza. E' la storia di un fondamentalista. Eco-designer, surfista, idealista, artista-ambientalista.
Oggi vive una vita semplice ed essenziale. Un Diogene dei tempi moderni. La sua casa è totalmente ecologica. Le sue creazioni sono tutte composte da materiale riciclato e naturale, gran parte raccolto sulle spiagge.
Jalian è il simbolo di un nuovo corso, di un nuovo modo di vivere. Percorre a piedi tutta l'Australia dormendo all'aperto e mangiando i rifiuti dei ristoranti e fast food. Si dedica anima e corpo ad aiutare le vittime dell'uragano Katrina. Uno spirito libero, un artista-surfista dalla sensibilità fuori dal comune.
Ogni giorno, dopo aver raccolto l'acqua piovana, coltivato l'orto e dato da mangiare agli animali del suo cortile, prende la sua tavola e timbra il cartellino fino al tramonto. Dice di dormire sonni tranquilli e fare sogni epici. Come dargli torto...Per saperne di più, visitate www.jalian.net
Oggi vive una vita semplice ed essenziale. Un Diogene dei tempi moderni. La sua casa è totalmente ecologica. Le sue creazioni sono tutte composte da materiale riciclato e naturale, gran parte raccolto sulle spiagge.
Jalian è il simbolo di un nuovo corso, di un nuovo modo di vivere. Percorre a piedi tutta l'Australia dormendo all'aperto e mangiando i rifiuti dei ristoranti e fast food. Si dedica anima e corpo ad aiutare le vittime dell'uragano Katrina. Uno spirito libero, un artista-surfista dalla sensibilità fuori dal comune.
Ogni giorno, dopo aver raccolto l'acqua piovana, coltivato l'orto e dato da mangiare agli animali del suo cortile, prende la sua tavola e timbra il cartellino fino al tramonto. Dice di dormire sonni tranquilli e fare sogni epici. Come dargli torto...Per saperne di più, visitate www.jalian.net
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domenica 26 ottobre 2008
Segnali di Surf
Fare surf, essere un surfista. Essere fiero di esserlo e comunicarlo agli altri. Uno stato d'animo, un modo di essere. Una passione che è una malattia, una malattia che è una passione. Ognuno interpreta il suo essere come meglio crede e con ogni mezzo possibile. Arte e fantasia non mancano di certo. Gli esempi si sprecano. Ne vedremo delle belle. Stay tuned.
sabato 25 ottobre 2008
Surf Sex toys
giovedì 23 ottobre 2008
Paretona mediterranea con tubo
E' il piatto di uno chef italiano, sua maestà Nettuno; ogni tanto ci serve queste specialità; ci vuole prendere per la gola deliziandoci anche gli occhi.
Alcuni ingredienti sono noti: una notte di libeccio tirato, una scaduta mattutina, un fondale di sassi e sabbia tipo Levanto, una manciata di onde sostenute, una spruzzata di vento da terra a completare il capolavoro.
Comunque la ricetta finale è segreta: le dosi e l'amalgama degli ingredienti sono top secret.
A noi mortali non è dato sapere...solo godere!!!!!
Location: Levanto
Shot: Lele
Alcuni ingredienti sono noti: una notte di libeccio tirato, una scaduta mattutina, un fondale di sassi e sabbia tipo Levanto, una manciata di onde sostenute, una spruzzata di vento da terra a completare il capolavoro.
Comunque la ricetta finale è segreta: le dosi e l'amalgama degli ingredienti sono top secret.
A noi mortali non è dato sapere...solo godere!!!!!
Location: Levanto
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mercoledì 22 ottobre 2008
Perchè?
Molti mi hanno scritto “perchè?”.
Perchè tutte queste “brutture”?
Queste foto di surfisti che arrancano, che sono in difficoltà dopo terribili wipe out, che si ritrovano inermi travolti dalle onde.
E allora io rispondo: “Perchè no?”.
Il surf è anche questo. Anzi, il surf è sopratutto questo.
Parlo a livello amatoriale. Come dice la parola, a livello di chi “ama” questo sport e lo pratica quando (si) può, questo è il surf. Perchè in Italia è così: quando si può, quando il mare ce lo concede e quando una congiunzione astrale non ci fa cadere un impegno improrogabile proprio nel weekend in concomitanza delle onde!
Pensate a tutte le volte che siete entrati in acqua e al rapporto tra onde cavalcate e onde prese in testa. Si, d’accordo, con il tempo il rapporto migliora; però accidenti anche questo fa parte dell’esperienza del surf. Non lo ricordiamo, ma c’è stato. Non lo vediamo sui giornali, ma qualche scatto nella sequenza continua è stato fatto. E nel finale, la foto è drammatica: dopo aver cavalcato un onda bellissima, il surfista cade in acqua e viene travolto.
Dai, non scandalizziamoci. Vi mostro solamente una parte che non ci piace, forse meno nobile. Sicuramente però molto umana. E, come dissi gia in un altro post, a me piace molto “l’umanità” con tutte le sue fragilità e le sue contraddizioni.
Quindi consiglio: per vedere onde maestose cavalcate perfettamente, andate su altri siti.
Per vedere invece l’umanità che fa surf...stay tuned!!!
Lele
Perchè tutte queste “brutture”?
Queste foto di surfisti che arrancano, che sono in difficoltà dopo terribili wipe out, che si ritrovano inermi travolti dalle onde.
E allora io rispondo: “Perchè no?”.
Il surf è anche questo. Anzi, il surf è sopratutto questo.
Parlo a livello amatoriale. Come dice la parola, a livello di chi “ama” questo sport e lo pratica quando (si) può, questo è il surf. Perchè in Italia è così: quando si può, quando il mare ce lo concede e quando una congiunzione astrale non ci fa cadere un impegno improrogabile proprio nel weekend in concomitanza delle onde!
Pensate a tutte le volte che siete entrati in acqua e al rapporto tra onde cavalcate e onde prese in testa. Si, d’accordo, con il tempo il rapporto migliora; però accidenti anche questo fa parte dell’esperienza del surf. Non lo ricordiamo, ma c’è stato. Non lo vediamo sui giornali, ma qualche scatto nella sequenza continua è stato fatto. E nel finale, la foto è drammatica: dopo aver cavalcato un onda bellissima, il surfista cade in acqua e viene travolto.
Dai, non scandalizziamoci. Vi mostro solamente una parte che non ci piace, forse meno nobile. Sicuramente però molto umana. E, come dissi gia in un altro post, a me piace molto “l’umanità” con tutte le sue fragilità e le sue contraddizioni.
Quindi consiglio: per vedere onde maestose cavalcate perfettamente, andate su altri siti.
Per vedere invece l’umanità che fa surf...stay tuned!!!
Lele
martedì 21 ottobre 2008
Lavatrice
Un turbinio di suoni, dal fragore sul reef all'ovattato sott'acqua. Nel mentre, un'esplosione di forza spaventosa. Tutto gira e rigira in un vortice fino a sbatterti sul fondo. E poi tanta, tanta impalpabile schiuma. Nel mezzo...una testa che affiora.
Quante volte hai avuto il naso e le orecchie sturate? Quante volte hai graffiato la tua pelle sulla roccia? Quante volte ti sei sentito ubriaco a forza di capriole? mamma mia, che bello....
Quante volte hai avuto il naso e le orecchie sturate? Quante volte hai graffiato la tua pelle sulla roccia? Quante volte ti sei sentito ubriaco a forza di capriole? mamma mia, che bello....
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sabato 18 ottobre 2008
Risacca
Amo la risacca. E' la prima esperienza che hai con le onde. A volte traumatica: ti prende in giostra e poi ti spiattella sulla spiaggia trascinandoti come una marionetta.
In Liguria ci sono risacche di un certo livello: il fondale spesso alto, degrada improvvisamente a scalino nei pressi della riva creando improvvisi muri che si schiantano con fragore.
Quando ero piccolo e andavo in vacanza, pregavo sempre che ci fosse un giorno almeno con il mare mosso. Allora non sapevo neanche che cosa fosse il surf; ciononostante sentivo la pulsione per le onde. Ebbene, quasi sempre faceva almeno uno o due giorni di "bandiera rossa"; allora andavo in balia della risacca; mamma mia quante botte sui sassi; mi sentivo come un pugile sull'orlo perenne di un knock out.
Ma che gioia!!! Accidenti come mi divertivo.
Quando posso, nonostante i miei "anta" amo ancora andare in risacca (e non è un ristorante di pesce....)
In Liguria ci sono risacche di un certo livello: il fondale spesso alto, degrada improvvisamente a scalino nei pressi della riva creando improvvisi muri che si schiantano con fragore.
Quando ero piccolo e andavo in vacanza, pregavo sempre che ci fosse un giorno almeno con il mare mosso. Allora non sapevo neanche che cosa fosse il surf; ciononostante sentivo la pulsione per le onde. Ebbene, quasi sempre faceva almeno uno o due giorni di "bandiera rossa"; allora andavo in balia della risacca; mamma mia quante botte sui sassi; mi sentivo come un pugile sull'orlo perenne di un knock out.
Ma che gioia!!! Accidenti come mi divertivo.
Quando posso, nonostante i miei "anta" amo ancora andare in risacca (e non è un ristorante di pesce....)
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venerdì 17 ottobre 2008
Prospettiva del mio Long
Caro mio Long,
spero di riportarti presto in acqua per farti divertire come ai bei tempi.
Lo so che hai sofferto tanto, specialmente questa estate perchè sei rimasto all'asciutto dentro la sacca per tutto il tempo della vacanza. Forse ti ho illuso. Ma ti avevo spiegato che saremmo rimasti in Italia per forza maggiore e lo sai che ad agosto, specialmente quest'anno, il Mediterraneo non è stato proprio brillante in tema di onde.
Ma non ti preoccupare, ci rifaremo presto, te lo prometto.
Confido sempre nella tua pazienza e disponibilità.
Per sempre tuo.
Lele
spero di riportarti presto in acqua per farti divertire come ai bei tempi.
Lo so che hai sofferto tanto, specialmente questa estate perchè sei rimasto all'asciutto dentro la sacca per tutto il tempo della vacanza. Forse ti ho illuso. Ma ti avevo spiegato che saremmo rimasti in Italia per forza maggiore e lo sai che ad agosto, specialmente quest'anno, il Mediterraneo non è stato proprio brillante in tema di onde.
Ma non ti preoccupare, ci rifaremo presto, te lo prometto.
Confido sempre nella tua pazienza e disponibilità.
Per sempre tuo.
Lele
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giovedì 16 ottobre 2008
Arrivaaaaa......
Ci sei, sei solo e non ti sembra vero...lineari, precise, viaggiano a set di tre. La prima la lasci sempre, ti dà la misura e ti indica il punto di rottura. A questo punto hai l'imbarazzo della scelta: la seconda è di tutto rispetto, ma a volte la terza è maestosa.
Non c'è una regola precisa, solo istinto ed esperienza. Dai un ultima occhiata, giusto il tempo di fissare l'immagine nella tua mente, lo sai che godrai di quel fotogramma in uno dei tanti sogni che farai in tempi di carestia surfistica. Poi ti volti e a quel punto attivi il sesto senso; la senti che arriva da sotto la tavola, la intuisci senza vederla con la coda dell'occhio. Sei come la corda tesa di un arco; e poi, come per magia, quando arriva, tu ormai sei già "andato"... per sempre
Rider: Lele
Location: Bali
Shot: Felix
Non c'è una regola precisa, solo istinto ed esperienza. Dai un ultima occhiata, giusto il tempo di fissare l'immagine nella tua mente, lo sai che godrai di quel fotogramma in uno dei tanti sogni che farai in tempi di carestia surfistica. Poi ti volti e a quel punto attivi il sesto senso; la senti che arriva da sotto la tavola, la intuisci senza vederla con la coda dell'occhio. Sei come la corda tesa di un arco; e poi, come per magia, quando arriva, tu ormai sei già "andato"... per sempre
Rider: Lele
Location: Bali
Shot: Felix
martedì 14 ottobre 2008
Senza pietà
Erano ormai diversi anni che sentivo questa pulsione che mi faceva muovere in modo sconsiderato alla ricerca di ciò che potesse placare la mia sete perenne. Non avevo mai avuto il coraggio di parlarne a terzi. Condividevo questa sensazione con il mio gruppo di amici, che avrei poi scoperto essere malati anche più di quanto lo fossi io a quel tempo. In siffatte condizioni, in un periodo di magra, ondifera e femmifera, la decisione era stata, ancora una volta, Biarritz. Era Capodanno.
Bello!!! Entusiasmo.
Obiettivo: spararci cinque bei giorni interi di Surf sicuro sull’Oceano. Chi se ne fotte dei mille e passa chilometri. Chi se ne fotte del freddo invernale. L’importante era vivere intensamente una settimana in un abitacolo di macchina e in un appartamento dove gli unici odori riconoscibili fossero il neoprene, la paraffina e la salsedine un pò macerata impregnata tra borse, pinne, leash.
Partimmo in quattro. A noi tre malati cronici si aggiunse, all’ultimo minuto, un tipo particolare che con il Surf non aveva nulla a che fare ma che però voleva “dimenticare” con un viaggio una brutta esperienza femmifera. Lo soprannominammo “Puzzone”. Fu una sorpresa. Un bravo ragazzo, per l’amor di Dio. Peccava però dal lato igienico, o meglio dal lato olfattivo dell’igiene. Nonostante tutto fece colore e ci allietò le giornate che si sarebbero rivelate più tragiche di quanto potessimo pensare.
Viaggiammo di notte come pazzi. Arrivammo alla mattina presto. Dovevamo decidere dove alloggiare. Ci fu la prima discussione..
Mer & Golf. Un nome, un residence di tutto rispetto, situato sulla scogliera alla destra del faro, sulla via che porta da Biarritz ad Anglet.
Il dilemma: vista Mare o vista Golf? Chiaramente i prezzi erano diversi. Si chiama segmentazione: le camere vista mare costavano di più di quelle vista Golf. Optammo, rigorosamente, per la vista mare...lasciarsi tentare dalla vista Golf e dal risparmio, era un pò come ammettere che la vecchiaia avanzava...tant’è...
Dalla veranda della nostra camera iniziammo a vedere queste barre belle, lunghe e precise che arrivavano da lontano e frangevano sulla costa. Minchia che spettacolo!!!
I primi sospetti però non tardarono ad affiorare: se si vedono dall’alto, a così grande distanza dal mare, non sempre è un buon segno. Nel senso che: le onde ci sono, ma forse sono fin troppo grosse!!!!
Cazzo, fu proprio così.
Ce ne rendemmo perfettamente conto quando approciammo il mare da vicino. Grosso, enorme. Una bolgia. Nessuno in acqua.
Ora, potete immaginare l’animo distrutto di tre baldi giovini che si sparano ore e ore di macchina alla ricerca del loro Graal quando poi realizzano che non potranno toccarlo neanche per un secondo? Potete immaginare questo quarto personaggio, distrutto per faccende amorose, dover rincuorare questi tre baldi giovini? Potete immaginare lo stato depressivo racchiuso in questo concentrato umano di sfiga?
I giorni passavano ma l’Oceano non smollava. I primi due giorni furono dedicati al Surf di contorno: shopping, sistemazione e copulazione con le tavole e così via.
Anche il lato gastronomico fu sfruttato. Ci ingozzammo di crepes al cioccolato.
Ma l’ira cresceva dentro di noi. Ogni mattina ci si svegliava e osservando l’Oceano dalla veranda ci si inventava meteorologhi per stimare e prevedere l’evoluzione delle onde. Ma anche l’ottimismo più spinto, ben presto dovette cedere al realismo più concreto.
Ricordo chiaro e nitido, ora come non mai l’ultimo momento di scoramento.
Non sapendo cosa fare per far passare il tempo nel modo più indolore possibile, in attesa del lieto acquietarsi del mare, eravamo andati a vedere ad Anglet lo stadio dove giocava la squadra locale di Hockey su ghiaccio. Qualcuno voleva comprarne il cappellino...
Ecco allora che soddisfatto l’acquisto, improvvisamente ci guardammo in faccia e senza proferir parola, con una smorfia di disappunto disegnata sui volti, ci domandammo: ma cosa siamo venuti qui a fare? che cosa sta succedendo? ma stiamo impazzendo?
La decisione fu storica e all’unisono: presi in mano il mio cellulare, composi il numero e più o meno le parole furono queste:
“Ciao Simon, scusa se ti disturbo, ti chiamo da Biarritz. Volevo sapere se c’erano onde a Sanremo? Un metro e mezzo regolare? Va bè, arriviamo”
Il resto è storia....
La morale è: non c’è morale che tenga. Quando va di sfiga, va di sfiga. Punto e basta
Bello!!! Entusiasmo.
Obiettivo: spararci cinque bei giorni interi di Surf sicuro sull’Oceano. Chi se ne fotte dei mille e passa chilometri. Chi se ne fotte del freddo invernale. L’importante era vivere intensamente una settimana in un abitacolo di macchina e in un appartamento dove gli unici odori riconoscibili fossero il neoprene, la paraffina e la salsedine un pò macerata impregnata tra borse, pinne, leash.
Partimmo in quattro. A noi tre malati cronici si aggiunse, all’ultimo minuto, un tipo particolare che con il Surf non aveva nulla a che fare ma che però voleva “dimenticare” con un viaggio una brutta esperienza femmifera. Lo soprannominammo “Puzzone”. Fu una sorpresa. Un bravo ragazzo, per l’amor di Dio. Peccava però dal lato igienico, o meglio dal lato olfattivo dell’igiene. Nonostante tutto fece colore e ci allietò le giornate che si sarebbero rivelate più tragiche di quanto potessimo pensare.
Viaggiammo di notte come pazzi. Arrivammo alla mattina presto. Dovevamo decidere dove alloggiare. Ci fu la prima discussione..
Mer & Golf. Un nome, un residence di tutto rispetto, situato sulla scogliera alla destra del faro, sulla via che porta da Biarritz ad Anglet.
Il dilemma: vista Mare o vista Golf? Chiaramente i prezzi erano diversi. Si chiama segmentazione: le camere vista mare costavano di più di quelle vista Golf. Optammo, rigorosamente, per la vista mare...lasciarsi tentare dalla vista Golf e dal risparmio, era un pò come ammettere che la vecchiaia avanzava...tant’è...
Dalla veranda della nostra camera iniziammo a vedere queste barre belle, lunghe e precise che arrivavano da lontano e frangevano sulla costa. Minchia che spettacolo!!!
I primi sospetti però non tardarono ad affiorare: se si vedono dall’alto, a così grande distanza dal mare, non sempre è un buon segno. Nel senso che: le onde ci sono, ma forse sono fin troppo grosse!!!!
Cazzo, fu proprio così.
Ce ne rendemmo perfettamente conto quando approciammo il mare da vicino. Grosso, enorme. Una bolgia. Nessuno in acqua.
Ora, potete immaginare l’animo distrutto di tre baldi giovini che si sparano ore e ore di macchina alla ricerca del loro Graal quando poi realizzano che non potranno toccarlo neanche per un secondo? Potete immaginare questo quarto personaggio, distrutto per faccende amorose, dover rincuorare questi tre baldi giovini? Potete immaginare lo stato depressivo racchiuso in questo concentrato umano di sfiga?
I giorni passavano ma l’Oceano non smollava. I primi due giorni furono dedicati al Surf di contorno: shopping, sistemazione e copulazione con le tavole e così via.
Anche il lato gastronomico fu sfruttato. Ci ingozzammo di crepes al cioccolato.
Ma l’ira cresceva dentro di noi. Ogni mattina ci si svegliava e osservando l’Oceano dalla veranda ci si inventava meteorologhi per stimare e prevedere l’evoluzione delle onde. Ma anche l’ottimismo più spinto, ben presto dovette cedere al realismo più concreto.
Ricordo chiaro e nitido, ora come non mai l’ultimo momento di scoramento.
Non sapendo cosa fare per far passare il tempo nel modo più indolore possibile, in attesa del lieto acquietarsi del mare, eravamo andati a vedere ad Anglet lo stadio dove giocava la squadra locale di Hockey su ghiaccio. Qualcuno voleva comprarne il cappellino...
Ecco allora che soddisfatto l’acquisto, improvvisamente ci guardammo in faccia e senza proferir parola, con una smorfia di disappunto disegnata sui volti, ci domandammo: ma cosa siamo venuti qui a fare? che cosa sta succedendo? ma stiamo impazzendo?
La decisione fu storica e all’unisono: presi in mano il mio cellulare, composi il numero e più o meno le parole furono queste:
“Ciao Simon, scusa se ti disturbo, ti chiamo da Biarritz. Volevo sapere se c’erano onde a Sanremo? Un metro e mezzo regolare? Va bè, arriviamo”
Il resto è storia....
La morale è: non c’è morale che tenga. Quando va di sfiga, va di sfiga. Punto e basta
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domenica 12 ottobre 2008
©asi clinici: Pier "Bonga" Felice
La storia di questo paziente è datata 1996. Dopo un viaggio estivo in California, ritorna in Italia e nell'inverno successivo manifesta i primi sintomi della malattia. E' un escalation di comportamenti sconsiderati e al limite della ragione; nei weekend inizia a viaggiare convinto che ci siano onde, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche; compra e cambia diverse tavole, mute e accessori, nel forsennato tentativo di sedare la sua sete di Surf; migra in località oceaniche sia d'estate che d'inverno; abbandona il lavoro quando c'è onda, per surfare 20 cm on-shore ad Andora.
Ben presto le sue finanze ne risentono ma Felice tiene duro, convinto di poter disintossicarsi definitivamente. Per ovviare ai mille problemi legati alla dipendenza, escogita diversivi che lo possano assorbire mentalmente e fisicamente. Durante i periodi di inattività surfiera lo si vede intrapprendere sport quali Mini-Moto, pesca sportiva, Play-Station, motociclismo su pista, collezionismo di moto d'epoca, macchinine e trenini elettrici.
La situazione si aggrava quando dopo una lunga, forzata, voluta, astinenza, realizza inesorabilmente che il reprimere e il negare l'evidenza della malattia lo portano alla depressione cronica. "ad un certo punto ho fatto outing...è stata come una liberazione...non dovevo più nascondermi a me stesso...non dovevo più reprimere le pulsioni o sedarle con attività che solo apparentemente mi davano soddisfazioni..e allora tutto mi è stato chiaro...". Oggi Felix convive con la sua malattia più serenamente ed ha accettato una volta per tutte il fatto che a San Rocco lo scirocco non porta onda...
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sabato 11 ottobre 2008
Due amici, la stessa onda
Ci sono cose nella vita che non hanno prezzo; questa foto parla di una di queste.
Location: Levanto
Quando: ormai più di sei, sette anni fa
Chi: Lele e Felice.
Location: Levanto
Quando: ormai più di sei, sette anni fa
Chi: Lele e Felice.
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giovedì 9 ottobre 2008
Terza età
Arriva un momento nella vita di un surfer quando gli acciacchi e gli evidenti segni della senilità ti fanno girare dall'altra parte nel letto nonostante sia ormai l'alba e al mare la swell si è regolarizzata per una giornata epica.
A quel punto pensi anche che sotto il piumone ci sia la giusta temperatura, rabbrividendo solo al pensiero di infilarti la muta al freddo pungente dell'inverno.
Quando questo succede, bisogna correre ai ripari.
Per non farsi sopraffare dalla sindrome della "comodosità", ecco intervenire alcuni rimedi "comodosi" studiati per prolungare la vita surfistica anche in tarda età.
Paddle-Air e il carrellino porta-long sono indubbiamente due preziosi oggetti salva-vita. Studiati per aiutare i surfisti dai capelli grigi, garantiscono l'entrata in acqua anche quando i limiti fisici ti suggeriscono di mollare. Perchè, diciamocelo sinceramente, senza il vizio, anche in tarda età, che vita sarebbe?
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mercoledì 8 ottobre 2008
Grazia, stile e femminilità
Dalla fantastica photo collection di Dane Petterson su flickr, Belinda Baggs nel pieno della sua essenza surfiera. Rara bellezza. Enjoy
martedì 7 ottobre 2008
Gobbe
domenica 5 ottobre 2008
Surfing 4 peace
Doc Paskowitz, suo figlio David, Arthur Rashkovan, surfista israeliano e Kelly Slater
nell'estate del 2007 hanno dato vita ad una fantastica iniziativa che ha come scopo quello di unire le barriere politiche e culturali tra i surfisti del Medio Oriente.
Coesistenza, dialogo e condivisione animano questo nobile progetto.
Date un'occhiata a quesi siti:
surfing4peace
godwentsurfing
E come il vecchio saggio Doc dice " Dio surferebbe sicuramente con il Diavolo, se le onde fossero belle"
sabato 4 ottobre 2008
Uno di quei giorni che non vorresti mai vivere.
Immaginate un'intera settimana in Svizzera, a Ginevra più precisamente, dove l'estate finisce a luglio e a ottobre piove con una leggera aria di neve.
Un corso a livello avanzato da senior manager, per costruire il futuro dell'azienda, pieno di esimi professori tra una selva di colleghi/belve da tutto il mondo. Una mandria di quarantenni con tutto il loro bagaglio di esperienza e la loro posizione raggiunta in azienda. Un'atmosfera infernale dove i rapporti interpersonali sono prevalentemente finalizzati a scopo di lucro.
Immaginate sette giorni ormai lontano da casa, chiuso in un hotel di lavoro, che si riempe il lunedi e si svuota gia il giovedi pomeriggio. Immaginate di trascorrervi anche il sabato e la domenica in un atmosfera surreale tipo casa di Shining.
E sapete intanto cosa succede questo weekend a Levanto, Forte, Viareggio fino giù nel Lazio?
Provate ad indovinare...
Un corso a livello avanzato da senior manager, per costruire il futuro dell'azienda, pieno di esimi professori tra una selva di colleghi/belve da tutto il mondo. Una mandria di quarantenni con tutto il loro bagaglio di esperienza e la loro posizione raggiunta in azienda. Un'atmosfera infernale dove i rapporti interpersonali sono prevalentemente finalizzati a scopo di lucro.
Immaginate sette giorni ormai lontano da casa, chiuso in un hotel di lavoro, che si riempe il lunedi e si svuota gia il giovedi pomeriggio. Immaginate di trascorrervi anche il sabato e la domenica in un atmosfera surreale tipo casa di Shining.
E sapete intanto cosa succede questo weekend a Levanto, Forte, Viareggio fino giù nel Lazio?
Provate ad indovinare...
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