Ricordo da bambino, leggendo i fumetti della Marvel, che ero molto colpito da questi personaggi dai poteri mirabolanti e dalla loro doppia identità. Nella vita comune, nessuno avrebbe mai immaginato che sfigati come Peter Parker o Clark Kent potessero in realtà trasformarsi in autentici super uomini. Bastava che girassero l'angolo, si nascondessero in una cabina telefonica (allora ce n'erano assai - ora con i cellulari, avrebbero molti più problemi) e una volta svestiti i panni comuni, eccoli sfrecciare nel cielo con i loro super poteri.
Ecco, secondo me i surfisti sono supereroi.
Per lo meno perchè si svestono e si rivestono come Superman e Spiderman...
sabato 31 gennaio 2009
giovedì 29 gennaio 2009
Lo spirito di Aloha alla Casa Bianca
mercoledì 28 gennaio 2009
Bend to Baja
Serfando qua e là, mi sono imbattuto in questo sito che documenta con bellissime foto un surf trip lungo la costa ovest degli Stati Uniti. Un lungo viaggio avventura partito da Ventura - California - per approdare a Bend in Oregon per poi finire in Baja.
Keith, Dan e Chris Malloy ci deliziano con le loro immagini; Jeff Johnson con le sue mirabolanti storie.
Enjoy
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domenica 25 gennaio 2009
sabato 24 gennaio 2009
Onde di 20 metri
Sembrano tutti concordi. La mareggiata del secolo è in arrivo. Tra sabato e domenica, Sardegna e Tirreno saranno inondati...
I meteorologi con i loro calcoli e strumenti sembrano sicuri. I giornalisti pompano. Saranno mica surfisti???
I meteorologi con i loro calcoli e strumenti sembrano sicuri. I giornalisti pompano. Saranno mica surfisti???
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Il momento della verità
Erano tempi eroici. Tempi di disimpegni. Nessuno aveva niente da fare durante i weekend e nessuno aveva responsabilità particolari. Meno che meno fidanzamenti in corso. Si prendeva e si partiva a caccia di onde, sempre, comunque e ovunque. Bastava che il televideo (accidenti, che mezzo tecnologico di previsione) o la pagina del meteo del Corriere segnalassero libeccio o scirocco, che partivano un giro di telefonate di allerta che 99 su 100 preparavano la domenica al mare.
Si partiva spesso all'alba, con il freddo gelido di Milano ma con il cuore caldo della passione che si trasformava in malattia. Ricordo Clio, Audi, Lancia Delta dai vetri appannati dall'affollamento di quattro, a volte cinque bestie arrapate di onde. E poi ricordo i crampi allo stomaco, il silenzio, la concentrazione, la preghiera che accompagnavano i momenti che passavano dall'uscita del casello autostradale alla spiaggia.
Ci saranno davvero le onde?
Accidenti, facevamo oltre duecento chilometri, sveglia all'alba e tanti altri sacrifici. Ce le meritavamo le onde!!!
Ma a volte, la realtà superava la fantasia. Un gruppo di baldi giovani, pieni di speranze, venivano rimbalzati senza pietà dalla piatta totale. E allora, la delusione era cocente.
Purtroppo, lo dico ora, nessuno di noi ha mai immortalato il momento della verità. Il momento in cui di fronte alla vista della piatta, le nostre facce, le nostre espressioni, all'unisono, prendevano la forma della morte, della sconfitta.
Trovo che questa foto di gruppo, degli anni '70, scattata ad Angourie, sia veramente bellissima perchè riesce a cogliere in pieno quello che ogni surfista, almeno una volta nella vita, ha provato di fronte all'imprevedibilità della natura, grande maestra di vita.
Si partiva spesso all'alba, con il freddo gelido di Milano ma con il cuore caldo della passione che si trasformava in malattia. Ricordo Clio, Audi, Lancia Delta dai vetri appannati dall'affollamento di quattro, a volte cinque bestie arrapate di onde. E poi ricordo i crampi allo stomaco, il silenzio, la concentrazione, la preghiera che accompagnavano i momenti che passavano dall'uscita del casello autostradale alla spiaggia.
Ci saranno davvero le onde?
Accidenti, facevamo oltre duecento chilometri, sveglia all'alba e tanti altri sacrifici. Ce le meritavamo le onde!!!
Ma a volte, la realtà superava la fantasia. Un gruppo di baldi giovani, pieni di speranze, venivano rimbalzati senza pietà dalla piatta totale. E allora, la delusione era cocente.
Purtroppo, lo dico ora, nessuno di noi ha mai immortalato il momento della verità. Il momento in cui di fronte alla vista della piatta, le nostre facce, le nostre espressioni, all'unisono, prendevano la forma della morte, della sconfitta.
Trovo che questa foto di gruppo, degli anni '70, scattata ad Angourie, sia veramente bellissima perchè riesce a cogliere in pieno quello che ogni surfista, almeno una volta nella vita, ha provato di fronte all'imprevedibilità della natura, grande maestra di vita.
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venerdì 23 gennaio 2009
In memoria delle prime uscite
martedì 20 gennaio 2009
La fine di un era
Dieci anni or sono, durante la mia prima volta in California, la visita a The Longboard Grotto Surf Shop è stata una tappa fondamentale nel percorso della mia malattia surfistica. Più che un negozio, The Grotto è sempre stato un vero e proprio rifugio della cultura surfiera, un tempio, un museo del Surf con pezzi unici e rari. Un luogo cult per veri malati cronici, assolutamente da visitare!!!
Qualche giorno fa, surfando qua e là, ho saputo che il negozio ha chiuso alla fine del 2008.
Voi non potete sapere che botta è stata per me questa notizia.
Con la chiusura di The Grotto, scompare un pezzo della cultura del Surf e anche un pezzo del mio cuore...
La crisi economica colpisce ovunque e chiunque.
Addio "Surfer Dude", simbolo di The Grotto e amico fedele di ogni surfer che ha visitato il negozio...
Chissà in quale magazzino sarai finito parcheggiato...
Rest in peace
Qualche giorno fa, surfando qua e là, ho saputo che il negozio ha chiuso alla fine del 2008.
Voi non potete sapere che botta è stata per me questa notizia.
Con la chiusura di The Grotto, scompare un pezzo della cultura del Surf e anche un pezzo del mio cuore...
La crisi economica colpisce ovunque e chiunque.
Addio "Surfer Dude", simbolo di The Grotto e amico fedele di ogni surfer che ha visitato il negozio...
Chissà in quale magazzino sarai finito parcheggiato...
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sabato 17 gennaio 2009
Storie di Surf: mala sorte, buona sorte
Fin dal giorno che arrivarono le gru e posarono il primo pilone del nuovo pontile, Amedeo aveva sognato la grande impresa. Quella protuberanza perpendicolare alla lunga spiaggia era stata osteggiata da tutti. Poi però per forza di cose, era stata approvata e costruita, e ora non rimaneva che fare di necessità virtù: quale miglior modo di ingerire il rospo renderlo parte integrante del progetto? Quale miglior modo, farlo diventare l’oggetto che rende grande l’impresa?
Non era semplice. In primo luogo la preparazione era importantissima. Forma atletica, fluidità sulle onde, padronanza delle manovre erano fondamentali. Poi la la mareggiata. Ci volevano le condizioni giuste: l’intensità e l’angolazione dovevano essere precise. Ci voleva una libecciata con una punta di scirocco; non molto, giusto una correzione per chiudere l’angolo delle onde e farle iniziare a frangere sulla secca esterna creata a 200 mt. a destra del molo.
Che calcolo, accidenti!
Per capire meglio si era fatto aiutare da quella cima di Giacomino e i suoi mirabolanti calcoli matematici. Alla fine dopo ore e ore di simulazioni, erano giunti alla conclusione che il risultato si otteneva con una depressione a 500 km, massimo 600 km. dalla costa, capace di ingenerare venti Forza 7 in rotazione da Sud-Ovest con l’aggiunta di un forza 3 da Sud-Est tirato per almeno 12 ore, con leggera brezza off-shore.
Una probabilità su mille.
I giorni passarono tra allenamenti estenuanti e lettura delle perturbazioni. Poi un giorno, il meteo preannunciò condizioni pressocchè simili a quelle teoricamente previste da Giacomino. Amedeo ne prese coscienza e si meravigliò della rapidità con la quale si stava verificando: solo tre mesi prima avevano detto una probabilità su mille e improvvisamente eccole qua!!! Quasi incredibile.
Amedeo monitorò la mareggiata. La direzione del vento era perfetta, l’intensità forse troppo pronunciata. La buona notizia però era che la brezza da terra sarebbe stato vento sostenuto e probabilmente avrebbe compensato lo squilibrio, riportando dimensioni e angolazioni delle onde all’interno dei “magici” parametri.
Fece passare tutta la notte e alle prime luci dell’alba si recò in spiaggia con la sua tavola. I set erano grossi, il vento assente. La secca non lavorava ancora: c’era bisogno del vento da terra per cambiare l’angolazione, tenere in piedi le onde e farle arrivare indenni sul punto in cui il fondale deportato dai lavori di costruzione, avrebbe fatto rompere le onde in una diagonale perfetta sotto lo spazio più grande tra gli enormi piloni del pontile.
Uscì in un batter d’occhio. La giornata era frizzante e i pochi spruzzi che gli arrivarono lo rinvigorirono ulteriormente. Remò oltre il muro delle onde e ancor di più. I suoi intensi studi delle carte marine e dei modelli matematici lo portarono a posizionarsi esattamente nel punto in cui con il sopraggiungere del vento da terra, le onde avrebbero iniziato a rompere in direzione pontile.
Attese un pò. Quanto era bella la visione laterale!!! Qualche centianio di metri più in là, le barre arrivavano e rompevano disegnando archi precisi la cui visione era al limite dell’ipnotico. Quanta sapienza nelle mani di Dio nel tracciare volte celestiali di acqua!!!
In un attimo ci fu silenzio e nessuna onda con il suo frastuono ruppe lateralmente o verso riva.
Amedeo percepì il cambiamento. Guardò l’orizzonte e poi riva. Tutto era diverso. Nessuna gobba, il mare stirato, perfettamente. Con il palmo della mano scavò nell’acqua e la gettò verso l’alto. Niente vento. Rimase in attesa.
Poi, da lontano una macchia più scura cambiò l’orizzonte. Amedeo l’intuì prima di vederla con gli occhi. Si voltò ancora verso riva e questa volta sentì sulle guance un brivido fresco. Si girò ancora verso l’orizzonte e quello stesso brivido si infilò tra i capelli della nuca e glieli portò in avanti: il vento da terra era arrivato.
Il respiro che pervase i suoi polmoni era carico di energia e concentrazione. Il set si avvicinò e la dimensione era quella giusta. Passò sotto la sua tavola e se ne andò spazzolato dal vento di terra che ormai era diventato sostenuto. In men che non si dica, un’altro set stava per arrivare.
Lasciò andare la prima onda, e vide che l’angolazione era corretta. La seconda, più importante, venne osservata in tutto il suo svolgersi e, accidenti, la diagonale era quasi precisa: a un passo dai piloni! Si preparò per l’ultima, la più grande. Provò a fare un rapido calcolo nella testa ma l’adrenalina attivava altre parti del cervello, non certo le capacità geometrico-matematiche. Si fidò dell’istinto e chiuse gli occhi...
Chi osservò da riva quella bellissima destra srotolarsi dalla secca per più di 200 metri fino a sotto il pontile, ammirò la particolare angolazione del suo svolgersi e la perfezione del suo frangersi. Una lunghissima destra che trafisse il pontile sotto i suoi piloni e continuò a frangere dalla parte opposta fino ad arrivare a riva dove si chiuse in un ricciolo di tubo. Nessuno si lasciò distrarre da quel surfista che, malauguratamente, era partito su quell’onda salvo poi cadere, anche un pò goffamente, sulla parte più ripida subito dopo il take-off.
Con le lacrime agli occhi, dopo aver recuperato la tavola ed osservato il suo frangersi, quello stesso surfista aveva iniziato ad imprecare contro se stesso, conscio forse di aver perso un momento magico. Molti lo videro tornare sul line up e attendere per ore e ore, lasciando scorrere altre onde di rara bellezza e perfezione ma mai della stessa angolazione.
Nel momento in cui uscì dall’acqua, si rese conto della sua dannazione eterna: era stato sul punto di assaporare l’immortalità ma non era riuscito a cogliere l’attimo. Quelle condizioni non sarebbero tornate mai più; nessuna grande impresa sarebbe stata ricordata...
Tempo dopo, quando l'amarezza dell'insuccesso iniziò ad attenuarsi, Amedeo tornò alla spiaggia, da spettatore. Quel maledetto pontile, condanna della sua mancata grandezza, era ancora là ad aspettarlo. Le onde lo lambivano senza toccarlo, quasi come in una forma di rispetto: trafiggerlo una volta, aveva reso misera l'anima di un essere umano.
Improvvisamente, dietro di lui, sbucò Giacomino che, dopo la mancata impresa, aveva accuratamente evitato di incontrare per non fomentare il dolore del rimorso.
"Accidenti, sono mesi che ti cerco. Ma dove ti sei cacciato?"
"Sai, Ama che tra i calcoli che ho fatto, ho scoperto una cosa interessantissima?"
Amedeo non aveva il coraggio e la voglia di guardarlo in faccia.
"Mi sono fatto dare la planimetria del pontile con tutte le misure della struttura e del fondale sottostante e ho scoperto che anche se un giorno ci fosse mai una mareggiata della giusta intensità e angolazione le cui onde riuscissero a tagliare il pontile, sarebbe comunque insurfabile ed estremamente pericoloso perchè non esistono le misure per passare indenni tra i piloni".
Amedeo fu gelato.
"Anzi, ti dirò di più. Sapendo che per arrivare a tagliare il pontile sono necessarie innanzitutto onde di oltre tre metri, ho calcolato che la parete che lo può oltrepassare indenne con una diagonale tra i piloni, e quindi surfabile, deve avere una spalla così alta che tra il surfista e la struttura rimarrebbero solo trenta centrimetri. Neanche un bambino in ginocchio o coricato sulla tavola riuscirebbe a uscirne senza rischiare di sbattere violentemente contro la struttura. Da riva non si capisce perchè innanzitutto le onde non tagliano mai il pontile e poi le prospettive sono falsate da mancanza di riferimenti".
"Sei sicuro?" disse Amedeo.
"Certo, caro. Sono settimane che te lo volevo dire, prima che magari ti mettessi in testa strane idee, nel caso arrivasse la mareggiata..."
Amedeo guardò il suo amico. Mai come in quel momento capì la fragilità della condizione umana. Era stato all'inferno per poi rendersi conto che era il paradiso. La mancata impresa, che sentiva pesante come una condanna eterna, in realtà gli aveva salvato la vita. Non solo aveva evitato di distruggersi, ma si era alleggerito per sempre del fardello dell'ambizione, del desiderio di immortalità, che rendono misero l'animo umano quando se ne impossessano.
"Grazie, amico".
Mi hai salvato per sempre, pensò tra sè e sè, illuminandolo con un sorriso che era un abbraccio.
Dedicato a Nick Gabaldon e a tutti i "Pier riders"
venerdì 16 gennaio 2009
L'essenza del Surf
Nel 1973, un giovane Steve Pezman pubblicò il numero di Dicembre/Gennaio di Surfer Magazine (Volume 14, N°5) con in copertina questa foto di Craig Peterson.
Secondo me, questa è una delle immagini più belle di Surf.
Il viaggio, la ricerca, la scoperta, la natura, la solitudine, la semplicità, l'essenziale.
Un immagine che rappresenta l'essenza del Surf nel suo spirito più puro e originale.
Enjoy
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giovedì 15 gennaio 2009
Scusate...
martedì 13 gennaio 2009
lunedì 12 gennaio 2009
Due piedi wipe out - First Point Malibu
Ancora dal cassetto dei ricordi, una foto che mi ha sempre fatto sorridere. In pratica un sottoscritto malato conclamato si Surfismo ma ancora acerbo nell'arte, si cimenta per la seconda volta a First Point - Malibu. Un paio di anni prima era entrato in acqua e aveva fatto la bella statuina, osservando i marziani prendere ogni onda. Ora entra convinto all'alba dell'alba, per ridurre al minimo la spietata concorrenza, e riesce a fare sue parecchie onde, vendicando l'onta patita la volta prima.
Dopo circa quattro ore estenuanti e diverse onde perfette, si produce in questo pirotecnico wipe out immortalato da riva dal mio fotografo-carnefice-senza cuore- compagno di viaggio.
Surfer: Lele
Location: First Point - Malibu
Longboard: Hap Jacobs 422
Dopo circa quattro ore estenuanti e diverse onde perfette, si produce in questo pirotecnico wipe out immortalato da riva dal mio fotografo-carnefice-senza cuore- compagno di viaggio.
Surfer: Lele
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domenica 11 gennaio 2009
Il nuovo blog di Andrew Kidman
Vi segnalo il nuovo blog di Andrew Kidman. Si chiama "Ether daily". Raccoglie foto, storie e materiale vario ricavato dal suo ultimo libro-capolavoro "Ether", pubblicato nel 2007. Andrew, insieme a pochi altri, è un artista poliedrico che riesce a trasmettere attraverso le sue opere visive e non, la magia del Surf e del suo mondo. Stay tuned...
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sabato 10 gennaio 2009
Magico
Ho visto e rivisto queste immagini ormai da diversi giorni e ogni volta trovo sempre un gesto, una manovra, una posa che mi manda in estasi. Signore e signori questo è puro Longboard-Style. Signore e signori questo è Tyler "Pickle" Warren.
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giovedì 8 gennaio 2009
Dio e Allah surfano insieme
In questi giorni di guerra e sangue, questa iniziativa dei primi di ottobre dello scorso anno, è più che mai attuale.
Riuniti sulla spiaggia di Hungtington in California, un prete cattolico, uno musulmano e uno ebraico hanno celebrato la cerimonia "blessing of the waves", la benedizione delle onde, una festa della pace e dell'armonia tra i popoli e i credo religiosi.
Un inno alla gioia e alla natura, con le onde e il surf come comune denominatore.
Imparate gente...imparate...
Foto: Allen J. Schaben - Los Angeles Times
Riuniti sulla spiaggia di Hungtington in California, un prete cattolico, uno musulmano e uno ebraico hanno celebrato la cerimonia "blessing of the waves", la benedizione delle onde, una festa della pace e dell'armonia tra i popoli e i credo religiosi.
Un inno alla gioia e alla natura, con le onde e il surf come comune denominatore.
Imparate gente...imparate...
Foto: Allen J. Schaben - Los Angeles Times
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martedì 6 gennaio 2009
Natale coi fiocchi
Come oggi, tanti anni fa, a Natale, nevicava. Oh come nevicava...
Noi eravamo in partenza chissà per dove e per quale motivo.
Erano anni selvaggi e ogni scusa era buona pur di fare avventura.
Aloha ai miei compagni di viaggio di allora. Vi auguro altre mille Clio con tavole innevate sul tetto come allora...
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lunedì 5 gennaio 2009
Senza fiato
Le foto sono piccole ma impressionanti.
Da notare, nel cerchio rosso della prima foto, il malcapitato surfista.
E' accaduto a Newlyn, vicino Penzance nella West Cornwall.
Per la cronaca, il surfista di 23 anni Jacob Cockle, si è ritrovato improvvisamente tra il pontile di pietra e un'onda di 30 piedi che ha improvvisamente e velocemente cambiato direzione per rompersi proprio di fronte a lui.
Il tenero Jacobs è stato travolto e tenuto sott'acqua per interminabili minuti prima di riuscire a riemergere e portarsi in salvo.
Da notare, nel cerchio rosso della prima foto, il malcapitato surfista.
E' accaduto a Newlyn, vicino Penzance nella West Cornwall.
Per la cronaca, il surfista di 23 anni Jacob Cockle, si è ritrovato improvvisamente tra il pontile di pietra e un'onda di 30 piedi che ha improvvisamente e velocemente cambiato direzione per rompersi proprio di fronte a lui.
Il tenero Jacobs è stato travolto e tenuto sott'acqua per interminabili minuti prima di riuscire a riemergere e portarsi in salvo.
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domenica 4 gennaio 2009
L'arte del Cimento
Letteralmente significa "impresa ardita"; vi partecipa solo coloro che, senza distinzione di sesso ed età, considerano il mare la loro vita.
Un tuffo in mare in costume, in pieno inverno, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche esterne e dalla temperatura dell'acqua. Pazzi temerari o sprovveduti malati mentali?
Amo queste genere di iniziative dal sapore mediterraneo: l'acqua come toccasana; l'acqua che tempra;
Il cimento è una consuetudine in molte località di mare tanto che ogni stagione si stila un calendario complete di date precise.
Ho trovato anche un sito che documenta attraverso le immagini la fauna che frequenta queste iniziative. I personaggi sono tutto un programma...Enjoy
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sabato 3 gennaio 2009
Le onde della Liguria
Innanzitutto Buon Anno!!!
Per questo post iniziale del 2009, volevo omaggiarvi di alcune immagini di Carlo Lovisolo, fotografo ligure che ritrae la sua terra, Finale Ligure.
In questi giorni di Natale, io e la family ci siamo trasferiti al mare per trascorrere qualche giorno di vacanza. In questi giorni di piatta e freddo, le foto di Carlo, esposte nel suo piccolo negozio nel "budello" di Finale, mi hanno riscaldato il cuore. La bellezza dei suoi scatti al mare, alle sue onde, alla sua forza, mi hanno sempre affascinato.
Le ultime mareggiate di novembre e dicembre hanno donato a Carlo tantissimo materiale che lui ha immortalato in bellissime nuove immagini. Tra l'altro dai primi di dicembre fino al trenta di gennaio, è partita una sua mostra a Varigotti. E' un omaggio a questo piccolo paesino sul mare, alle sue casette, alle onde di Punta Crena e ai suoi tramonti. Il titolo è "Varigotti e la neve". Per maggiori informazioni e contatti - Varicottis Bar - Via Aurelia 111, Varigotti.
Enjoy
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